CARAVEO, 2017, «Le Rivoluzioni dell’Universo», l’ultimo libro di mio marito Nanni Bignami

Articolo della prof.ssa Patrizia Caraveo, del 15 settembre 2017, da: http://startupitalia.eu/77763-20170915-le-rivoluzioni-delluniverso-lultimo-libro-mio-marito-nanni-bignami – Il sottotitolo dice: «A pochi mesi dalla scomparsa improvvisa di Giovanni Bignami esce in libreria il suo ultimo volume: “Le Rivoluzioni dell’Universo”. Il 18 settembre [2017] al museo della Scienza di Milano ci sarà la prima presentazione del libro». [1]

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Come progredisce la conoscenza?

Si avanza per piccoli passi aggiungendo un tassello dopo l’altro oppure si procede per grandi salti, magari resi possibili da qualche risultato straordinario e inatteso che rivoluziona il nostro modo di interpretare la realtà?

Giovanni Bignami, Nanni per tutti quelli che lo hanno incrociato, era convinto che la conoscenza del nostro Universo fosse sempre proceduta a balzi più o meno straordinari. Certo, la routine del lavoro giorno per giorno è fondamentale per raccogliere ed elaborare le informazioni. Tuttavia il progresso nasce quando da questi dati si distillano visioni nuove e rivoluzionarie. E questa l’essenza del suo ultimo libro “Le rivoluzioni dell’universo”. [cfr. cliccando si apre il link o, almeno, viene indicato l’indirizzo ove aprirlo ]

La stesura del libro: che cos’hai da fare questo pomeriggio?

Conosco la storia di prima mano perché ne ho parlato infinite volte con Nanni, che, oltre ad essere un brillante astrofisico, un importante manager ed un grande divulgatore, era anche mio marito. La stesura del libro ha occupato i primi mesi del 2017.

Nanni si svegliava presto al mattino e cominciava a scrivere. Quando la colazione era pronta, arrivava imbracciando il portatile pronto a “dare lettura” di quanto aveva prodotto.

Alcuni argomenti uscivano da soli, altri facevano più fatica e allora venivo chiamata in causa come collega. «Come spiegheresti questo?», «Hai in mente qualche episodio simpatico da associare a questo o quello?». Sapeva di poter contare, quasi sempre, su una risposta pertinente.

Sono caratterizzata da una ferrea organizzazione mentale che mi permette di ritrovare pezzi scritti nel corso degli anni sugli argomenti più disparati. Nanni, che pure magari aveva scritto sugli stessi argomenti si rifiutava di tenere ordine tra i suoi files e non trovava mai niente. A quel punto mi diceva: «È per questo che ci sei tu».

All’inizio di maggio avevamo passato pomeriggi interi a cercare le illustrazioni, che l’editore voleva numerose e bellissime. La frase «Cos’hai da fare questo pomeriggio?» era un segnale chiarissimo. Meglio mettere da parte gli impegni e vedere di cosa aveva bisogno. Si poteva trattare di fare una nuova presentazione o di modificarne una delle innumerevoli che aveva fatto, ma mai classificato in un qualsivoglia ordine. Contava sul fatto che la classificazione la facessi io e che potessi tirare fuori dal buco nero del computer presentazioni, file audio e video, giusto schioccando le dita.

Una volta scelte le immagini, Nanni, in ufficio, con i piedi appoggiati alla scrivania, aveva scritto le didascalie, pur tra le molte interruzione del cellulare che squillava in continuazione. C’era sempre qualcuno che voleva parlare con lui, spesso per fargli interviste. Oppure erano i redattori di Repubblica che volevano un pezzo per subito. Oppure erano amici che volevano cazzeggiare.

L’ultimo libro

Mentre rileggeva la versione finale mi diceva: «Basta, questo è l’ultimo libro che scrivo». Io gli rispondevo: «Ok, parliamone tra un mese», sicura che si sarebbe fatto affascinare da qualche altro progetto.

In effetti, non c’era stato bisogno di aspettare così tanto; tempo una settimana stava già considerando un’altra offerta. «Cosa dici? Magari scrivo un’autobiografia». Mi era sembrato un progetto fantastico, avrebbe sicuramente scritto qualcosa per ispirare giovani scienziati a seguire la loro passione.

Invece il suo cuore, così abituato all’attività sportiva anche molto impegnativa, che lo aveva portato in cima ai 6000 delle Ande, lo ha tradito un pomeriggio di maggio, a Madrid. Il suo ultimo mail è un lapidario: «Arrivato. Todo bien. Bacio». Il resto sono i carabinieri che vengono a dare la notizia in piena notte mentre io, incredula, mi rifiuto di capire quello che mi stanno dicendo.

La sua scomparsa, così improvvisa, congela le sue molteplici attività in un fermo immagine irreale

Tra le tante cose rimaste in sospeso, c’era il libro per il quale ho curato i dettagli editoriali. Rileggendolo, pensavo alle colazioni letterarie e mi si stringeva il cuore.

La mia preferita è la storia di Geminga, così centrale nella nostra vita e nella nostra carriera che avevamo seriamente considerato di chiamare nostra figlia come la nostra stella. Per fortuna non l’abbiamo fatto.

E, poi, i tanti aneddoti (tutti rigorosamente veri) che aveva scelto di inserire per rendere più avvincente e piacevole la lettura di quello che aveva pensato come il Bignami dell’Universo, memore dei bignamini sui quali hanno probabilmente studiato i lettori non giovanissimi.

Il libro vuole essere un compendio delle nostre conoscenze attuali in astrofisica, spaziando dalla cosmologia alla planetologia, per arrivare alla ricerca della vita extraterrestre. Tutto visto attraverso le rivoluzioni che hanno plasmato lo stato attuale delle nostre conoscenze.

Alcuni amici pensano che l’ultimo capitolo, un po’ dark, sulla fine dell’universo fosse il presagio della fine. Onestamente non lo credo, secondo me era piuttosto un vezzo letterario. Nanni aveva troppi interessi e troppe idee (spesso rivoluzionarie) per preoccuparsi di una simile eventualità. Era andato a Madrid per convincere il Ministro della Ricerca spagnolo ad investire nello Square Km Array (SKA), il grandioso progetto di radioastronomia che stava cercando di fare decollare. La sua capacità di trasmettere entusiasmo era tale che sarebbe sicuramente riuscito a convincere il Ministro, se ne avesse avuto il tempo.

NOTA

[1] Premessa nostra, redazionale. Il prof. Francesco Pordon, di San Vito di Cadore, ci ha dato l’occasione, ancora una volta, di accostarci alla grande Scienza. Lo ha fatto con discrezione, com’è nel suo stile, segnalandoci la presentazione di un libro del prof. Giovanni Bignami, fattagli dal prof. ing. Ivo De Lotto, una gloria nazionale della Scienza e della Tecnica, pure originario di San Vito. Da cosa è nata cosa ed il prof. De Lotto ha interessato la prof.ssa Patrizia Caraveo, vedova del prof. Bignami. E tutte queste persone, con grande generosità, hanno lavorato perché sul nostro blog i lettori potessero trovare delle pagine utili ad accostare la figura del grande scienziato, improvvisamente scomparso nel 2017. Il più sentito ringraziamento, sia – umanamente – per la gentilezza, sia – culturalmente – per l’opportunità offertaci!

P.S.

Al link: http://www.giovannibignami.it/i-miei-libri/368-le-rivoluzioni-dell-universo.html  – è possibile trovare alcune presentazioni e recensioni del libro:

Queste sono le prime due: recensione_Balbi  –  adnkronos_04092017  –

Un profilo biografico è leggibile su Wikipedia; qui un estratto:

Giovanni Fabrizio Bignami (Desio, 10 aprile 1944 – Madrid, 24 maggio 2017) è stato un fisico italiano. Dal 16 marzo 2007 al 1º agosto 2008 è stato presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana. Tra il 2010 e il 2014 è stato il primo italiano a presiedere il COSPAR (Comitato per la Ricerca Spaziale). Dal 10 agosto 2011 al 16 ottobre 2015 è stato presidente dell’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica). È stato presidente del consiglio di amministrazione del progetto SKA. Era sposato con Patrizia Caraveo. .

Giovanni Fabrizio Bignami si è laureato in Fisica nel 1968 all’Università di Milano, nel gruppo di Giuseppe Occhialini. Da allora si è occupato di ricerca spaziale, partecipando alle principale attività in tale campo in Italia, Europa e Stati Uniti dagli anni Settanta in poi. Ha partecipato attivamente alla progettazione e costruzione di numerosi satelliti scientifici. È stato nominato negli anni 1988-1997 Principal Investigator della missione XMM-Newton dell’ESA. È stato professore ordinario di Astronomia e Astrofisica presso lo IUSS di Pavia. È noto a livello internazionale per il lavoro ventennale che portò all’identificazione ed alla comprensione di Geminga, la prima stella di neutroni senza emissione radio.

Dal 1970 al 1990 è stato ricercatore presso il CNR. Nel 1990 è stato nominato professore ordinario di Fisica generale all’Università di Cassino. Nel 1997 è stato nominato professore ordinario di Astronomia all’Università di Pavia. Dal 1997 al 2002 è stato anche direttore scientifico dell’Agenzia Spaziale Italiana, dove ha avviato, tra l’altro, il programma di piccole missioni dell’ASI. Dal 2003 al 2006 è stato direttore del Centre d’Étude Spatiale des Rayonnements a Tolosa, uno dei centri spaziali più importanti di Francia. È stato chiamato a far parte del Comitato di valutazione della Ricerca dell’Agenzia spaziale francese (CNES). Dal gennaio 2004 al gennaio 2007 è stato presidente dello Space Science Advisory Committee (SSAC) dell’Agenzia Spaziale Europea, che ha redatto il documento di programmazione scientifica dell’agenzia, Cosmic Vision 2015-2025. Il 16 marzo 2007, il Consiglio dei ministri lo ha nominato presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, carica mantenuta fino al 1º agosto 2008, data in cui è stato reso effettivo il commissariamento straordinario dell’Agenzia, avviato dal Consiglio dei ministri n. 11 del 18 luglio 2008.

È stato candidato non eletto alle elezioni europee del 2009 (6, 7 giugno) con il Partito Democratico per la circoscrizione elettorale 1 (Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria) con lo slogan“Più ricerca in Italia, più futuro in Europa”. Nel luglio 2010, dopo una selezione internazionale, è stato eletto (primo italiano), presidente del COSPAR (Comitato Mondiale per la Ricerca Spaziale); ha mantenuto la carica fino al 2014. Nell’agosto 2011 il MIUR lo ha nominato presidente dell’INAF, l’Istituto nazionale di astrofisica; è rimasto in carica fino all’ottobre 2015.

Ha collaborato con quotidiani e riviste dal 1978: Corriere della Sera, Il Sole24 Ore, Il Messaggero, La Stampa, la Repubblica, Le Scienze (curando una rubrica dal 2002 al 2007), Vanity Fair (rubrica dal 2005 al 2011), Wired (guest editor del numero di luglio 2009), Limes (2009); ha avuto collaborazioni con l’Espress e ; è stato opinionista sullo (2007-2010), su Nature e . Ha collaborato con Piero Angela, curando la rubrica Polvere di Stelle all’interno di Superquark. Ha collaborato a numerosi volumi multi-autori e curatele per Marsilio, Treves, Ares, e con Enciclopedie: EST Mondadori, Treccani, UTET, Garzanti, McGraw-Hill.

Il 24 maggio 2017 viene colto da un malore e muore improvvisamente a Madrid, dove si trovava per lavoro.

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